Dopo Rimini, Firenze? Fermiamoli

Se confermati, e gli indizi sembrano davvero significativi, avremmo negli stupri di Firenze un formidabile esempio di quanto uguale a se stessa, seppur apparentemente diversa, sia la violenza sulle donne.

Ad esercitarla possono essere immigrati, balordi, criminali, oppure addirittura appartenenti a forze dell’ordine, per giunta in servizio, con tanto di “gazzella” al seguito: la violenza è sempre la stessa, seriale, brutale, con la pretesa dell’impunità. Alla faccia del manifesto colonial- fascista dell’uomo nero che ghermisce la donna bianca.

Ma a tanta somiglianza, imbarazzante, oltre che “sinistra”, nel caso di forze dell’ordine alle quali le nostre mamme, quando eravamo piccole, dicevano di rivolgersi in caso di necessità, non produce gli stessi effetti nell’informazione. Anatemi, grida e maledizioni in un caso, stupore, dispiacere, molti condizionali e congiuntivi, non solo per rispettare le indagini in corso, dall’altra.

Lo abbiamo detto, lo diciamo e lo diremo sempre: la violenza maschile sulle donne non ha colore, non ha religione, non ha ceto, essere un immigrato non è una scusante, ma essere un carabiniere in servizio neppure, bensì un’aggravante.

Fra timidi commenti, dolorosamente stupiti e dunque già pronti alle attenuanti, noi chiediamo che cosa si fa di fronte a queste violenze continue, ripetute , gravi e crudeli, quali strumenti si stanno mettendo in campo, che cosa si fa e si farà. Quale massiccia campagna formativa/informativa nelle scuole, nei testi scolastici, nei media , quali riforme nei processi, quale certezza della pena, quale sostegno nel lavoro alle donne che subiscono violenza, quali risorse si destinano alle associazioni femminili che lavorano sul campo.

Infine una nota: la nostra esperienza ci dice che purtroppo la violenza, anche sessuale, esercitata da forze dell’ordine non è affatto rappresentata da casi isolati. Dunque le donne hanno anche in questo: minori tutele e sicurezze degli uomini. Ci dispiace, ma è così e dunque si apre un problema specifico nella formazione di chi ha compiti di tutela della sicurezza di donne e uomini. Le caratteristiche e la formazione di questi soggetti dovrebbero rispondere, tramite severa valutazione e selezione, ad una scrupolosa, approfondita, educazione alla parità di genere.

Le responsabili nazionali Udi
Vittoria Tola Laura Piretti